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ETF: cosa sono e come funzionano gli Exchange-Traded Funds?
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Quali ETF comprare nel 2022? Caratteristiche e consigli

Quali ETF comprare nel 2022? Caratteristiche e consigli

Marzia Vradini

Data dell'ultima modifica: 29/12/2022

Gli ETF sono strumenti interessanti dal punto di vista della diversificazione dei propri investimenti. Ma con tutto quello che c'è in circolazione, come orientarsi e trovare il fondo che fa davvero al caso nostro? Gli analisti sono concordi nel sottolineare alcune caratteristiche che contraddistinguono i migliori ETF. Vediamole insieme.

1. Quali sono gli ETF migliori per investire?

La risposta non è semplice, ma possiamo concentrarci su alcune caratteristiche da non lasciarsi mai sfuggire nella scelta dell’ETF adatto al nostro investimento per provare a rispondere.

Di norma, gli ETF migliori:

Per esempio, gli ETF più scambiati sono:

Nome

Ishares J.P. Morgan $ Em Ucits Etf Dist

Ishares Core S-P 500 Ucits Etf Usd Acc

Xtrackers Msci China Ucits Etf

Lyxor Euro Stoxx Banks (Dr) Ucits Etf

Amundi Short Eu Stoxx 50 Daily Ucits Etf

Controvalore (in €)

2.438.299,03

2.393.204,19

2.227.153,58

1.943.150,13

1.744.549,436

Ecco quindi che, tenendo in considerazione area geografica e settore, possiamo per esempio affermare che i migliori ETF azionari sono:

Mondo

Mercati sviluppati

Mercati emergenti

S&P 500

Grazie alle liste facilmente reperibili su Internet, è possibile fare la stessa cosa per gli ETF obbligazionari, per quelli sulle materie prime, ecc. L’importante è controllare sempre i dati che abbiamo citato e utilizzarli per creare una lista di ETF performanti.

2. Quali ETF danno dividendi?

Molti fornitori di fondi propongono ETF con dividendi, ossia ETF che investono in società che pagano dividendi. Questi possono essere facilmente consultabili sui siti ufficiali, come quello di Borsa Italiana che, oltre a elencarli, ne riporta anche l’ammontare.

Molti investitori ritengono i dividendi un’importante fonte di guadagno, nonché un ottimo modo per investire in modo diversificato e relativamente “sicuro”. Le società che pagano dividendi, infatti, sono spesso società stabili con una lunga storia.

Bisogna comunque stare attenti, perché non è detto che una società che ha pagato dividendi in passato lo faccia di sicuro anche in futuro. È già successo che grandi aziende dovessero diminuire i dividendi emessi o anche interromperli, nonostante fino a quel momento li avessero costantemente pagati.

Gli ETF con dividendi possono essere di due tipi:

  1. ETF con dividendi aristocratici
  2. ETF ad alto dividendo

Nel primo caso, si tratta di fondi che investono in azioni di società che ogni anno pagano dividendi crescenti nel lungo periodo. 

Perché una società possa essere considerata “aristocratica” deve rispondere ad alcuni criteri:

Nel secondo caso, invece, abbiamo a che fare con degli ETF che investono in società con un elevato rendimento da dividendi

Il rendimento da dividendo (quanto una società paga in dividendi ogni anno rispetto al prezzo delle sue azioni) si calcola attraverso la formula seguente: dividendo pagato/prezzo di acquisto dell'azione x 100.

Quando i rendimenti sono bassi, i titoli a dividendo cominciano a diventare interessanti.

Lo sapevi che...

Un ETF con dividendi aristocratici presenta un rischio leggermente inferiore rispetto a un ETF ad alto dividendo.

Insomma, gli ETF con dividendi consentono agli investitori di investire contemporaneamente in un numero maggiore di titoli con dividendo e quindi di diversificare ancora di più (cosa che gli investitori che acquistano singoli titoli con dividendo non possono fare), rendendola una strategia che incontra il favore dei più e che si rivela spesso redditizia.

3. Quanti ETF bisogna avere in portafoglio?

Gli esperti concordano nel dire che, per ottenere la migliore diversificazione, la maggior parte degli investitori privati dovrebbe possedere un portafoglio contenente da 5 a 10 ETF.

Ma mettiamo un attimo da parte questa stima e proviamo a concentrarci sulla componente di rischio. Si tratta infatti di un fattore essenziale da prendere in considerazione nella creazione di un portafoglio performante.

Sarà quindi importante concentrarsi su:

Una diversificazione di questo tipo (ETF azionario + ETF obbligazionario + ETF mondo + ETF mercati emergenti) è un ottimo punto di partenza.

Al contrario, detenere molti ETF può spesso rivelarsi controproducente. Il rischio, infatti, è che un numero particolarmente elevato di ETF si traduca in una sovrapposizione degli ETF stessi. 

Se già possediamo un ETF S&P500 come iShares Core S&P 500 (che si concentra sulle 500 società statunitensi a grande capitalizzazione) è inutile avere in portafoglio anche l’ETF Lyxor Nasdaq 100 (ETF con focus sul settore informatico statunitense), perché solo con il primo saremo già abbastanza esposti a a società ad alta tecnologia statunitensi come “GAFAM” (Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft). Possedere entrambi vorrebbe semplicemente dire che abbiamo acquistato le stesse azioni, ma passando attraverso due ETF diversi.

Non solo, troppi titoli in portafoglio si traducono logicamente in costi di transazione maggiori e in difficoltà di gestione.

Se il numero esatto di ETF da possedere non esiste e rimane una semplice indicazione, possiamo comunque orientarci grazie al capitale che possediamo e che desideriamo investire. Una volta definito, possiamo passare a determinare la nostra asset allocation ideale e quindi selezionare al massimo due ETF per ogni classe.

4. Domande frequenti

🤔 Quanto si può guadagnare con gli ETF?

Gli ETF permettono di ottenere dei rendimenti particolarmente interessanti. Prendiamo il fondo Invesco Energy S&P US Select Sector UCITS ETF del settore energetico: esso ha avuto un rendimento percentuale su un anno anche dell’82,77%.

👀 Quanto costa mantenere un ETF?

La gestione passiva rende gli ETF investimenti vantaggiosi: il costo di gestione, infatti, difficilmente supera lo 0,5%.

🤷 Quali sono gli svantaggi degli ETF?

Alcuni possibili svantaggi nei quali si potrebbe incorrere sono il basso volume di negoziazione, gli errori di tracciamento, una bassa diversificazione, la mancanza di liquidità, ecc.

🤨 Come capire se un ETF è buono?

L’ETF migliore è quello che minimizza i differenziali di tracking per offrire un rendimento di mercato il più simile possibile a quello dell'indice che segue una volta sottratti i costi di gestione dello stesso.

5. Qualche info in più

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