4. Come proteggere il proprio portafoglio dall'inflazione?
Dopo aver passato una vita intera a costruirci un patrimonio, in linea con i nostri obiettivi, l’ultima cosa che vogliamo è vederlo inesorabilmente consumato dall’inflazione. Per fortuna, ci sono dei modi per proteggere i propri risparmi: investimenti immobiliari, asset reali, una migliore ripartizione del proprio portafoglio in Borsa oppure delle obbligazioni indicizzate all’inflazione.
Far fronte alla volatilità
Non ci ripeteremo mai abbastanza: consultare tutte le mattine il proprio Piano di Accumulo Capitale (PAC) o il proprio conto di deposito titoli non serve a niente perché il rischio sarà sempre quello di cedere al panico al minimo movimento dei mercati finanziari. Ma sappiamo anche bene che quando si ha un obiettivo a lungo termine, proteggere il proprio portafoglio dalle crisi è fondamentale. Perché? Per fare le scelte più giuste ed efficaci. A tale scopo, possono essere intraprese diverse azioni:
- la vendita di azioni di società fortemente indebitate
- la vendita di società in perdita
- la diversificazione degli asset
- la protezione dei propri guadagni attraverso “ordini stop”
- la copertura del proprio portafoglio con dei prodotti derivati
In primo luogo, tieni d’occhio le società di cui detieni delle azioni: per quanto una società che realizza dei profitti regolari possa ovviamente fallire, una società indebitata il cui margine di profitto diventa insufficiente potrebbe dover procedere al deposito di bilancio. Risultato: i creditori possono effettuare una liquidazione della società, facendo perdere investitori agli azionari.
Hai notato che alcune società presenti nel tuo portafoglio sono in perdita da diversi anni? Analizza la situazione prima di vendere a più non posso.
La società è andata bene per un lungo periodo ma ora subisce delle perdite
La causa potrebbe essere la generale situazione economica dei mercati finanziari e non la struttura della società (buon indicatore per un ritorno alla normalità)
La società subisce delle perdite nonostante la forte crescita
Forse sta puntando al profitto al momento della sua maturità
Ottimizzare il proprio portafoglio
Diversificare è la chiave di qualsiasi buona strategia di investimento in Borsa. Questa diversificazione può avvenire a livello dei settori, dei valori, dei territori, ecc.
Più valori avrai nel tuo portafoglio, più sarai protetto. Il calcolo è semplice: immagina di possedere dieci valori diversi nel tuo PAC e che uno di loro crolli del 100%. Immagini il seguito del ragionamento? Il 10% del tuo PAC andrebbe in fumo. Meglio quindi ridurre questo rischio scegliendo dai 20 ai 25 valori, se non di più.
Informati anche sugli ordini stop per anticipare le perdite potenziali su un valore specifico. In altre parole, fissi un prezzo minimo al quale la tua azione dovrà essere venduta: ciò permette di evitare di vendere a perdita, senza effettuare una veglia costante dello stato dei mercati finanziari.
Per finire, gli ETF sono già la soluzione preferita di moltissimi investitori: questi panieri di azioni riproducono l’andamento di un indice borsistico (S&P 500, FTSE MIB, ecc.), sia quando è in rialzo, sia quando è in ribasso. L’interesse, in questo caso, è di investire nell’insieme delle società che compongono il S&P 500 piuttosto che comprare delle azioni individuali. In più, certi ETF permettono di investire in società extraeuropee, che di solito non sono disponibili su un PAC.
In linea generale, tieni a mente che un portafoglio che resiste all’inflazione richiede ricerche e un certo livello di conoscenza dei mercati finanziari e del loro funzionamento.
Quali sono le obbligazioni indicizzate all’inflazione?
Si tratta del sogno di molti investitori e borsisti. Nelle obbligazioni (chiamate anche titoli) indicizzate all’inflazione, il valore del rimborso segue la curva dell’inflazione. Ok, sicuramente interessante, ma ciò significa anche che questo valore risentirà dei tassi reali, esponendolo ai forti crescite di questi tassi che possono defavorizzarla.
In altre parole, è importante comprendere che le obbligazioni di questo tipo possono essere interessanti nei periodi in cui l’inflazione è relativamente moderata, ma perderanno la loro efficacia se la situazione economica conduce a un’iperinflazione.
Queste obbligazioni sono indicizzate all’inflazione tramite uno strumento di misura riconosciuto (l’indice dei prezzi al consumo di uno Stato, per esempio). Il principio è semplice: quando i prezzi salgono (abbassamento del potere di acquisto), l’obbligazione (il capitale inizialmente prestato del suo emettitore) aumenta parallelamente.
Queste obbligazioni così speciali rendono in tal modo agli investitori dei risultati che dipendono dall’inflazione, per proteggersene: integrarle nel proprio portafoglio permette di essere esposti ai rendimenti reali.
Ovvio, i rischi ci sono sempre:
- il loro prezzo può variare
- in caso di aumento dei rendimenti reali, il valore delle obbligazioni indicizzate all’inflazione si abbassa
Il nuovo BTP Italia per proteggersi dall’inflazione
Da lunedì 20 a giovedì 23 giugno 2022 (salvo chiusura anticipata) ci sarà una nuova emissione di Btp Italia. Di che cosa si tratta? Semplicemente di titoli di Stato indicizzati a tasso d’inflazione italiano, pensati per i piccoli risparmiatori.
I Btp Italia potranno essere acquistati in banca o presso un ufficio postale dove si detiene un conto titoli, ma anche da casa, tramite la funzionalità di trading-online attivata sul proprio internet banking.
Il collocamento sarà articolato in due fasi dedicate a due diverse tipologie di potenziali sottoscrittori.
Fasi
Prima fase
Seconda fase
Per chi?
Risparmiatori individuali e altri affini (mercato retail)
Investitori istituzionali
Quando?
20-22 giugno
(9:00-17:30)
23 giugno
(10:00-12:00)
A partire da?
1.000 €
100.00 €
Quali caratteristiche hanno questi titoli di Stato, giunti alla loro diciassettesima emissione?
- Durata pari a 8 anni (scadenza il 28 giugno 2030)
- Rendimento minimo sempre garantito
- Cedole pagate ogni 6 mesi
- Capitale garantito a scadenza
- Tassazione agevolata al 12,5% (come per tutti i titoli di Stato)
- Nessuna commissione per i piccoli risparmiatori (se li acquistano nei 3 giorni)
- Investimento non vincolato nel tempo (l'investitore può rivendere i titoli sul mercato secondario prima della scadenza finale)
Ma la vera novità è il cosiddetto doppio premio fedeltà, del valore complessivo dell’1% sul capitale investito:
- il premio intermedio, pari allo 0,4% del capitale nominale acquistato non rivalutato, per chi conserverà i titoli per i primi quattro anni (28 giugno 2026)
- il premio finale, pari allo 0,6% del capitale nominale sottoscritto non rivalutato, per chi li conserverà fino alla scadenza (28 giugno 2030)