2. Quali sono le caratteristiche di un buon ETF?
Una volta chiariti questi due punti, è il momento di selezionare il fondo in base a tutta una serie di caratteristiche:
- le sue performance
- il tipo di replica
- le dimensioni del fondo
- da quanto tempo è in circolazione
- la distribuzione dei dividendi
- la sua liquidità
- il costo
- il profilo di rischio
- il domicilio del fondo
- la sua valuta
- il fornitore
Performance
Non è sempre detto che la performance di un ETF sia identica all’indice che replica. Molto spesso, infatti, potrebbe essere superiore o inferiore. Un buon ETF è un ETF che negli anni ha avuto un andamento il più costante possibile. Ovvio che i rendimenti passati non possono predire quelli futuri, ma rimangono comunque un dato importantissimo per farsi un’idea del fondo.
Tipo di replica
Si tratta del metodo attraverso il quale un ETF replica l’andamento dell’indice. Questa replica può essere di due tipi diversi: fisica e sintetica (unfunded o funded). La replica fisica, a sua volta, si suddivide in replica fisica totale e replica fisica a campionamento.
Nel caso della replica fisica totale (full replication), l’ETF acquista tutti i titoli inclusi nell’indice benchmark (parametro di riferimento del rischio di mercato) proporzionalmente al peso che i titoli stessi hanno nell’indice: così facendo, la performance del fondo rimane allineata a quella del benchmark. C’è da notare che questo tipo di replica può generare dei costi di transazione che potrebbero influire sulla performance dell’ETF rispetto all’indice.
La differenza con la replica fisica a campionamento (sampling replication) sta nel fatto che non vengono acquistati tutti i titoli dell’indice, ma si crea un fondo formato da un campione di titoli molto simile a quello del benchmark. È chiaro che la scelta dei titoli non può essere fatta in maniera casuale, ma necessita di uno studio approfondito delle determinanti che garantiscono il successo del fondo (come il settore, il Paese, ecc.). La più grossa difficoltà sta nel capire quali sono questi fattori. Un punto a favore della replica a campionamento è la riduzione dei costi di transazione, in quanto meno titoli = meno costi.
Adottando la replica sintetica, invece, l’ETF non compra direttamente le azioni, ma attua un contratto swap con controparte bancaria, che restituisce il rendimento del paniere. Lo swap è uno strumento finanziario che paga all’ETF il rendimento esatto dell’indice che segue. Attraverso la replica sintetica l’ETF non deve detenere materialmente tutti i titoli dell’indice, permettendogli quindi di accedere anche a quelli solitamente più complessi, illiquidi o troppo numerosi. Ma espone anche al rischio che l’intermediario finanziario non riesca a pagare il rendimento dovuto.
Le dimensioni e l’età del fondo
Di norma, è meglio preferire fondi grandi rispetto a quelli più piccoli. Infatti, più grande è il fondo, maggiori saranno le economie che riuscirà a fare. E questo si traduce in costi inferiori per l’investitore.
Tra i fondi più grandi in termini di dimensioni in Europa abbiamo:
>Nome dell’ETF |
Dimensioni del fondo in mln. di € |
iShares Core MSCI Europe UCITS ETF EUR - Distr |
6.683 |
iShares Core MSCI Europe UCITS ETF EUR - Acc |
4.653 |
Xtrackers MSCI Europe UCITS ETF 1C |
3.007 |
Amundi ETF MSCI Europe UCITS ETF DR |
1.535 |
Xtrackers MSCI Europe UCITS ETF 1C |
776 |
Allo stesso modo, al momento della scelta, è sempre bene prendere in considerazione l’età dell’ETF; non perché essendo più anziano sia necessariamente migliore, ma perché, da un punto di vista oggettivo, essendo stato in circolazione per più tempo, avrà dimostrato la sua legittimità (riscontrabile attraverso i dati a disposizione, che nel corso degli anni si saranno accumulati). Per non parlare del fatto che un ETF che esiste da diverso tempo avrà attirato più capitali rispetto a uno che è stato appena creato.
La politica dei dividendi
Per quanto riguarda la distribuzione dei profitti, gli ETF possono essere di due tipi:
- ETF a distribuzione
- ETF ad accumulazione (o capitalizzazione)
Gli ETF a distribuzione distribuiscono a intervalli regolari i dividendi ricevuti dalle società in cui investono. Investendo in un ETF di questo tipo, quindi, l’azionista ottiene periodicamente l’importo corrispondente alle quote investite (in maniera proporzionale), un po’ come se stesse ricevendo un reddito passivo. I dividendi vengono pagati direttamente sul conto di intermediazione e diventano così utilizzabili fin da subito, sia che li si voglia incassare e spendere i soldi ottenuti, sia che si decida di reinvestirli.
Gli ETF ad accumulazione, invece, non prevedono la distribuzione dei dividendi, ma li reinvestono proporzionalmente all’interno del fondo stesso, facendone aumentare il patrimonio netto. È chiaro che optare per questo tipo di ETF significa rinunciare a un guadagno immediato, e puntare piuttosto a performance future superiori. Gli ETF ad accumulazione, quindi, sono ideali per chi decide di investire piccole somme in ETF andando però a cercare quelli che hanno le migliori condizioni di acquisto per poi far lavorare gli interessi composti al posto suo.
Lo sapevi che...
Gli ETF ad accumulazione non vengono tassati sul reddito reinvestito, ma solo al momento della vendita delle sue quote.
Quindi, meglio ottenere i frutti del proprio investimento nel presente o aspettare una possibile crescita del capitale nel medio/lungo termine? La risposta dipende dalle proprie intenzioni e dai propri obiettivi.
Liquidità
Per quale motivo va presa in considerazione la liquidità quando si deve scegliere un ETF? Per il semplice fatto che in un’ottica di vendita, vanno sempre prediletti gli ETF più liquidi.
In parole semplici, questo significa che ETF caratterizzati da un alto volume di titoli scambiati sono più facili da vendere, si possono scambiare più in fretta e soprattutto a prezzi più vantaggiosi.
Costo
Gli ETF vengono comprati e venduti attraverso la Borsa e sono soggetti a dei costi, come le commissioni sugli ordini. Ma bisogna anche tenere conto dello spread denaro-lettera.
Più un ETF è liquido, più sarà facile comprarlo o venderlo velocemente e pagando un margine minimo sul suo prezzo. È il cosiddetto spread denaro-lettera (differenza fra il prezzo di acquisto e quello di vendita): in parole semplici, quello che si paga all’intermediario. Chiaro che quando la liquidità diminuisce, i costi aumenteranno. Ecco perché si consiglia di scegliere ETF liquidi che abbassino i costi di negoziazione.
Profilo di rischio
È decisamente importante sapere se un fondo è più o meno rischioso prima di decidere se investirci o meno. Come sempre, a un profilo di rischio elevato equivalgono guadagni potenziali elevati, ma una strategia del genere potrebbe non essere per tutti.
Per informarsi, niente di meglio del KIID, il Key Information Document, documento ufficiale che sintetizza le informazioni più rilevanti su un fondo di investimento, per aiutare l’investitore nella sua scelta.
Il profilo di rischio si basa su una scala che va da 1 (rischio basso) a 7 (profilo alto).
Domicilio del fondo
Sempre, sempre, sempre assicurarsi che l’ETF scelto sia autorizzato alla distribuzione in Europa. La sede legale di un fondo ci permette di evitare eventuali complicazioni fiscali, valutarie e legali!
Se il nome del fondo riporta l’acronimo UCITS (che sta per Undertakings for the Collective Investment of Transferable Securities), per esempio, significa che esistono delle forme di protezione per il consumatore stabilite dall’Unione Europea.
Gli ETF nordamericani (USA e Canada), per esempio, non sono regolamentati dai principi UCITS e possono quindi essere soggetti a numerosi svantaggi. Tanto più che la maggior parte di essi non possono essere distribuiti in Europa.
Valuta
Come anticipato nel punto precedente, gli ETF non europei possono dar vita a rischi di tipo valutario. Infatti, com’è logico che sia, gli ETF non sono tutti scambiati con le stesse valute. Immaginiamo che l’euro si rafforzi sul dollaro e che quindi di conseguenza i titoli quotati in dollari si svalutino per te, investitore europeo, che hai puntato su di essi.
È sempre bene verificare se l’ETF scelto abbia copertura valutaria o meno.
Fornitore
Per alcuni potrebbe non essere un criterio di scelta, ma è bene sapere che esistono fornitori di ETF (principalmente banche e società di fondi) più o meno buoni. Tutto si basa sul rapporto con il cliente: le informazioni e la documentazione sono facilmente accessibili? Vengono aggiornate regolarmente? Il loro contenuto è inequivocabile?