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ETF: cosa sono e come funzionano gli Exchange-Traded Funds?
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Perché non conviene investire in ETF? (Rischi e svantaggi)

Perché non conviene investire in ETF? (Rischi e svantaggi)

Marzia Vradini

Data dell'ultima modifica: 29/12/2022

Prima di effettuare un'operazione di trading, gli investitori dovrebbero comprendere gli svantaggi degli ETF e valutare se gli svantaggi superano i vantaggi. Ogni ETF è diverso: alcuni sono soggetti a commissioni o possono mancare di diversificazione perché seguono un solo tipo di attività. Inoltre, è sempre possibile che un ETF si discosti dal suo benchmark. L'investitore può documentarsi in anticipo su un ETF per capire gli eventuali svantaggi e capire se è adatto alle sue esigenze.

1. Quali sono gli svantaggi dell’investimento in ETF?

Gli ETF sono un ottimo strumento di investimento, con i loro innegabili vantaggi, ma questo non significa che siano perfetti né che siano adatti a qualsiasi tipo di investitore.

Partendo dai loro vantaggi, infatti, possiamo dedurre quali siano i loro svantaggi:

  1. Commissioni di negoziazione
  2. Spese di gestione
  3. Basso volume di negoziazione
  4. Errori di tracciamento
  5. Meno diversificazione
  6. Mancanza di liquidità
  7. Distribuzioni di plusvalenze
  8. Rendimento da dividendi inferiore
  9. Problemi di controllo
  10. Progettati per seguire, non per battere

Commissioni di negoziazione

Gli ETF non sono strumenti gratuiti. È vero che generalmente hanno costi inferiori rispetto ad altri tipi di investimento, ma vengono comunque negoziati in Borsa come le azioni: ciò significa che ci sono degli intermediari da pagare (broker).

Ogni volta che l’investitore vende o acquista un fondo, vanno pagate delle commissioni, che possono accumularsi velocemente se si decide di acquistare molto spesso piccole quantità di azioni. Il rischio? Che le performance dell’ETF ne risentano.

È quindi bene controllare se l’ETF che si sceglie prevede o meno delle commissioni di negoziazione e valutare il rendimento effettivo del fondo.

Spese di gestione

I gestori dei fondi sostengono delle spese per effettuare le comuni operazioni commerciali. Ovviamente questi costi vanno presi in considerazione quando si calcola il rendimento del proprio investimento. Un rapporto di spesa più elevato, infatti, riduce il rendimento totale dell'investitore. In linea generale, perché un ETF possa essere considerato interessante, le spese di gestione dovrebbero essere inferiori allo 0,5%.

Lo sapevi che...

La commissione può coprire gli stipendi dei dipendenti, i servizi di custodia, i costi di marketing e l'esperienza del gestore del fondo nella scelta e nella gestione delle attività sottostanti.

Basso volume di negoziazione

Può succedere che il volume di negoziazione di un ETF sia basso, e che quindi lo spread denaro-lettera (differenza fra il prezzo di acquisto e quello di vendita) sia piuttosto ampio: ciò incide sul prezzo, che potrebbe non essere abbastanza vantaggioso per l’investitore. 

Il volume medio di negoziazione è comunque un dato che si può controllare prima di decidere se acquistare o meno un ETF: se esso è congeniale, si può procedere con l’acquisto; in caso contrario, si potrebbe optare per un altro ETF, più liquido.

Errori di tracciamento

Non è raro che un ETF si allontani dal benchmark. Per quanto si cerchi di mantenere la performance del fondo allineata all’indice, può accadere che essa si discosti.

Prendiamo l’esempio del gestore di un fondo che deve apportare delle modifiche al fondo stesso: l'ETF potrebbe non riflettere esattamente le partecipazioni dell'indice. Ed ecco che la  performance subirebbe una variazione importante rispetto a quella dell'indice. 

Si tratta dei cosiddetti errori di tracciamento: la differenza tra il rendimento di un portafoglio d’investimento e il rendimento del benchmark. Come si traduce tutto questo? In un eventuale costo superiore dell’ETF rispetto alle attività sottostanti, che di conseguenza farebbe pagare un premio all’investitore al momento dell’acquisto dell’ETF.

Per fortuna gli errori di tracciamento non capitano spesso, e nel caso in cui dovessero verificarsi, vengono generalmente corretti nel tempo.

Meno diversificazione

Bisogna fare attenzione al settore o alla classe di attività dell’ETF che si sceglie. Se è vero che molti ETF offrono diversificazione perché contengono centinaia o addirittura migliaia di titoli all'interno e tra le varie classi di attività, ce ne sono alcuni che si concentrano su un particolare settore del mercato o su un sottoinsieme di una classe di attività.

Alcuni fondi, per esempio, si concentrano su azioni a grande o piccola capitalizzazione, su un particolare Paese, su un settore specifico o su una particolare materia prima. Questo potrebbe tradursi in una minore diversificazione, che dovrebbe invece essere uno dei punti forti degli ETF.

Mancanza di liquidità

Come già anticipato, a volte ci si può trovare ad avere a che fare con ETF che non si riescono a vendere o comprare. Se l’ETF è poco negoziato, ossia scambia con un volume basso e con una volatilità elevata, l’investitore potrebbe trovarsi a pagare un prezzo eccessivo. Attenzione quindi alla liquidità (e all’illiquidità) dei fondi.

Rendimento da dividendi inferiore

Alcuni ETF pagano dividendi, ma gli investitori possono ottenere rendimenti più elevati su titoli specifici, come le azioni con dividendi elevati. Ciò è dovuto in parte al fatto che gli ETF seguono un mercato più ampio e quindi hanno in media rendimenti più bassi. Se un investitore può assumersi il rischio aggiuntivo di possedere determinati titoli, può ricevere dividendi più elevati. 

Problemi di controllo

L'investimento in ETF comporta un minore controllo, perché gli investitori non selezionano le singole attività del fondo. Il lavoro viene svolto da un esperto. Tuttavia, chi desidera evitare una particolare società, settore, industria o tipo di attività può preferire un’altra strategia di investimento con un approccio più pratico. 

Progettati per seguire, non per battere

Gli ETF sono progettati per seguire indici, settori, materie prime o altre attività. Tuttavia, molti di essi seguono un indice di riferimento, il che significa che spesso il fondo non supererà la performance delle attività sottostanti dell'indice. Gli investitori che vogliono battere il mercato (il che comporta rischi più elevati) potrebbero voler scegliere altri prodotti e servizi.

2. Quali sono i rischi degli ETF?

Gli ETF (come tutti gli strumenti finanziari) presentano alcuni rischi: alcuni sono nascosti, spesso imprevedibili; altri possono invece essere contenuti procedendo con le giuste analisi.

Rischi nascosti

Con così tanti ETF tra cui scegliere, il mix di attività in un singolo fondo può essere vasto o complesso e alcuni possono contenere titoli rischiosi che potrebbero non essere così evidenti a priori. Inoltre, gli ETF possono essere colpiti dalla volatilità come qualsiasi altro investimento. Per questo motivo gli investitori devono documentarsi su ciò che l'ETF sta seguendo e comprendere i rischi sottostanti. 

Rischio domicilio fondo

Il domicilio di un ETF è un fattore importantissimo da tenere in considerazione. Esso infatti influenza sia le regole che vengono loro applicate sia il loro trattamento fiscale.

Per poter essere considerati Fondi Armonizzati (ossia Fondi Comuni d'Investimento di diritto estero autorizzati a esercitare la loro attività in Italia), i fondi domiciliati in un Paese dell’Unione europea devono rispettare la direttiva UCITS (Undertakings for Collective Investment in Transferable Securities).

Ciò significa che è fondamentale controllare sempre il domicilio del fondo. Se esso non appartiene alla categoria UCITS, non potrà concretamente essere venduto in Italia.

Lo sapevi che...

Le azioni che non risiedono nello stesso Stato dei loro detentori impongono il pagamento di una ritenuta alla fonte sui dividendi incassati (withholding tax), che dipende dal domicilio del fondo. Il mercato di quotazione di un ETF, quindi, diventa un elemento fondamentale per evitare di ritrovarsi a dover avere a che fare con dei costi di negoziazione inaspettati.

3. Cosa succede se fallisce un ETF?

Il fallimento di un ETF è un’eventualità possibile, ma questo non deve necessariamente tradursi in una catastrofe per l’investitore. Per capire che cosa succede quando fallisce un ETF, bisogna innanzitutto distinguere la replica fisica dalla replica sintetica.

Rischio di fallimento di un ETF a replica fisica

Le società emittenti hanno l’obbligo di costituire un patrimonio separato dal proprio. In parole semplici, ciò significa che devono fare una separazione patrimoniale, ossia depositare i titoli acquistati presso un istituto bancario, che avrà quindi il ruolo di depositario (nel gergo, si parla di custodian).

Quando si parla di fallimento di un ETF bisogna distinguere in:

  1. Fallimento della società emittente
  2. Fallimento della banca depositaria
  3. Fallimento di una società che fa parte dell’ETF

Nel primo caso, nel caso di fallimento della società emittente, la separazione patrimoniale permette al denaro di restare al sicuro. I titoli che compongono l’ETF, infatti, verrebbero venduti dalla banca e il loro valore riaccreditato sul conto corrente dell’investitore.

Il secondo caso è ancora più semplice: i creditori della banca, infatti, non hanno alcuna giurisdizione sui titoli che compongono l’ETF.

Anche l’ultimo caso ha una soluzione chiara e senza rischi per chi investe. Se un’azienda fallisce, infatti, viene semplicemente rimossa dall’indice, le sue azioni vengono vendute e verranno comprate quelle della società che ne prenderà il posto.

Per chi si chiede che cosa succederebbe se fallissero tutte le aziende all’interno di un ETF, c’è da dire che una situazione simile sarebbe più vicina a un collasso dell’economia mondiale piuttosto che a quello del proprio investimento, e che forse le preoccupazioni dovrebbero essere altre.

Lo sapevi che...

Diversificare nel modo corretto un ETF consente di abbattere il rischio di fallimento completo e di annullamento del titolo in Borsa.

Rischio di fallimento di un ETF a replica sintetica

Quando un ETF utilizza la replica sintetica, c’è un soggetto in più che entra a far parte dell’equazione: si tratta della controparte (generalmente una grossa banca d’investimento).

Nel caso in cui quest’ultima non riuscisse a pagare all’ETF il rendimento promessogli con il contratto di swap, allora avremmo a che fare con il cosiddetto rischio di controparte.

Per fortuna, la normativa europea prevede una soluzione a questa eventualità, sotto forma della direttiva UCITS, una garanzia per gli investitori.

La direttiva UCITS, infatti, afferma che un ETF può stipulare un contratto di swap con una singola controparte solo per il 10% del suo patrimonio complessivo. In questo modo, in caso di rischio di controparte, la perdita massima equivarrebbe “solo” al 10%.

4. Domande frequenti

🤔 Come vengono tassati gli ETF?

Tutti i proventi derivati da ETF (cedole, dividendi e plusvalenze) sono considerati redditi da capitale. Ma gli ETF possono possedere al loro interno prodotti soggetti a tassazioni diverse (azioni, obbligazioni, ecc.). Se immaginiamo un ETF con 50% di titoli di Stato e 50% di azioni, una metà verrà tassata al 12,50% e l'altra al 26%.

🤷 Cosa succede se un ETF viene chiuso?

La chiusura di un ETF corrisponde alla sua cancellazione da un listino (delisting). In un primo tempo la società emittente annuncerà il delisting (lasciando il tempo necessario agli investitori di correre ai ripari per evitare il congelamento dei propri soldi). Si passerà poi alla cancellazione vera e propria, che può essere totale o parziale; nel primo caso l'ETF viene rimborsato in base all'ultimo valore di mercato disponibile; nel secondo caso l'ETF continua a esistere, ma magari non sul mercato su cui eravamo abituati a vederlo (Borsa italiana vs Borsa di Parigi).

🤨 Cosa sono ETF, ETC ed ETN?

ETF sta per Exchange Traded Fund e riunisce la maggior parte dell'intera tipologia dello strumento. ETC si riferisce agli Exchange Traded Commodity, ossia quelli che hanno come sottostante una materia prima. ETN è l'acronimo di Exchange Traded Note e identifica qugli strumenti che possono avere come sottostante attività finanziarie non facenti parte di ETF in senso stretto ed ETC.

🧑‍🏫 Come funzionano i dividendi degli ETF?

I dividendi degli ETF funzionano come quelli delle azioni: possono essere distribuiti periodicamente agli investitori o reinvestiti nel patrimonio dell'ETF.

5. Qualche info in più

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