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Capire il modello 730 in 6 semplici tappe
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Non hai presentato il 730: quali sono le conseguenze?

Non hai presentato il 730: quali sono le conseguenze?

Calcolatrice su pila di monetine e banconote.

Marzia Vradini

Data dell'ultima modifica: 19/04/2022

Può essere per dimenticanza, o per errore, o magari non si è capito bene se era effettivamente da fare. Insomma, i motivi possono essere tanti, ma le giustificazioni e la buona fede non ci salvano dalle conseguenze del non aver presentato il modello 730 per la dichiarazione dei redditi. Se si è ancora in tempo, si può cercare di rimediare. Se la situazione non lo permette, allora è bene sapere a che cosa si va incontro. Vediamolo insieme.

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1. Quali sono i termini per la dichiarazione dei redditi con modello 730?

Come sappiamo, il modello 730 va presentato entro il 30 settembre dell’anno in cui si fa la dichiarazione dei redditi. Oltre questa data comprendiamo bene che potrebbero sorgere dei problemi. L’Agenzia delle Entrate offre però diverse possibilità per rimediare alla non presentazione del documento.

Innanzitutto, visto che dal 30 settembre non è più possibile compilare il modello 730, se devi comunque presentare la dichiarazione, potrai usufruire del Modello Redditi PF. La scadenza per questo modello, infatti, è il 30 novembre. Quindi, niente panico: ti basta passare a un altro tipo di documento e non avrai alcuna conseguenza.

Altra data importante, questa volta per modificare il 730, è quella del 25 ottobre. Si tratta della data limite per la presentazione del modello 730 integrativo. Questo modello permette al contribuente che si accorge di non aver fornito tutti i dati per l’identificazione del sostituto d’imposta (o di averli forniti con inesattezze) o di non aver riportato con esattezza tutti i dati (purché comportino un maggiore o minore credito in suo favore) di correggerli. Tutto nella norma, possiamo ancora stare tranquilli.

Se però superiamo queste date e ancora non ci siamo attivati per inviare la dichiarazione dei redditi, la situazione si complica. Agli occhi dell’Agenzia delle Entrate la nostra dichiarazione verrà considerata tardiva o omessa, a seconda del caso.

2. Quando la dichiarazione viene considerata tardiva?

Entro 90 giorni dalla data limite, infatti, la nostra dichiarazione potrà ancora essere presentata, ma verrà allora ritenuta tardiva.

La dichiarazione tardiva comporta una sanzione in misura fissa pari a 250 euro. Nel caso in cui non ci fossero imposte da pagare può inoltre essere ridotta a 1/10 dell’importo minimo, ossia a 25 euro, grazie al ravvedimento operoso. Va comunque fatto notare che la sanzione ridotta di 25 euro è valida per la singola dichiarazione: ciò significa che più dichiarazioni non inviate comporteranno una sanzione di importo pari alla somma delle singole sanzioni (25 euro + 25 euro + …).

Nel caso in cui vi sia un debito di imposta, ai 25 euro vanno sommati sanzione e interessi per il versamento tardivo. Ma anche in relazione a questi importi è possibile mettersi in regola con il ravvedimento.

I contribuenti possono pagare la sanzione utilizzando il modello F24 messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, indicando il codice tributo 8911 e l’anno in cui è stata commessa la violazione.

Abbiamo visto che comunque si tratta di una sanzione piuttosto contenuta, anche per incentivare i contribuenti che si trovano in questa situazione a risolvere il problema velocemente e senza un impatto particolarmente pesante sui loro portafogli.

3. In quali casi la dichiarazione è omessa?

Passati i 90 giorni messi a disposizione per sanare la mancata presentazione del modello 730, invece, per l’Agenzia delle Entrate la dichiarazione sarà omessa. Potrà inoltre considerarla tale se:

Nel caso in cui non sia sottoscritta, il contribuente può sanare il problema provvedendo, entro 30 giorni dalla ricezione dell’invito da parte dell’ufficio territorialmente competente, ad apporre la sua firma.

4. Quali sanzioni sono previste in caso di dichiarazione omessa?

Come per la dichiarazione tardiva, e anzi, ancor di più per questa, anche per la dichiarazione omessa scattano automaticamente delle sanzioni. Questo perché non dichiarando i suoi redditi, il contribuente impedisce all’Agenzia delle Entrate di esercitare le sue funzioni di controllo.

In linea generale, nel caso in cui non siano dovute imposte, il contribuente rischia una multa di importo fisso che va da 250 euro a 1000 euro. Questa somma è aumentabile di due volte il suo importo se chi non l’ha presentata ha l’obbligo di tenere le scritture contabili. 

Se le imposte sono dovute, invece, l’ammontare della multa va dal 120% al 240% delle imposte, con un importo minimo di 250 euro (relative agli imponibili accertati al netto delle ritenute alla fonte operate sui redditi accertati e delle detrazioni spettanti).

Vi sono delle riduzioni sulla sanzione nel caso in cui la dichiarazione venga presentata entro il termine di presentazione di quella dell’anno successivo, o comunque prima di un accertamento da parte dell’amministrazione finanziaria. In questo caso, se le imposte non sono dovute, la sanzione è pari a 150 euro, mentre, se sono dovute, viene dimezzata, passando quindi a un importo che va dal 60% all 120% (con un minimo di 200 euro).

Questo è quanto riguarda le sanzioni amministrative. Abbiamo visto che la situazione “si risolve” pagando una multa. Certo, per alcuni può essere anche molto pesante, ma vi sono anche casi in cui la somma è piuttosto esigua.

Esistono però anche possibili sanzioni penali. Se l’imposta evasa supera infatti i 50.000 euro si rischia il carcere, da un anno e mezzo a 4 anni. Stiamo ovviamente parlando di una cifra notevole, che riguarda coloro che vengono considerati “grandi evasori”.

5. Quali sono i termini dei controlli?

In caso di dichiarazione omessa, l’Agenzia delle Entrate ha a disposizione 7 anni di tempo (a partire dall’anno in cui avrebbe dovuto ricevere la dichiarazione) per effettuare i suoi controlli.

Anno d'imposta

2016

2017

2018

2019

2020

2021

Anno in cui la dichiarazione avrebbe dovuto essere presentata

2017

2018

2019

2020

2021

2022

Termine di accertamento

31/12/2024

31/12/2025

31/12/2026

31/12/2027

31/12/2028

31/12/2029

Se decidi di non fare nulla e di rischiare un accertamento dall’amministrazione finanziaria, quindi, oltre a rinunciare automaticamente alle agevolazioni sul pagamento della multa e quindi a incorrere nelle sanzioni normali (più eventuali more), vivrai comunque 7 anni con l’angoscia di ricevere un controllo.

6. Come agire se ti accorgi di aver omesso una dichiarazione?

Se hai anche il minimo dubbio di essere nel torto, e che forse avresti dovuto presentare la dichiarazione dei redditi, segui i passaggi seguenti:

  1. accertati di doverla effettivamente fare (potresti infatti far parte di coloro che sono esonerati dalla presentazione). Se ti rendi conto che avresti dovuto inviarla, allora,
  2. verifica che l’Agenzia delle Entrate possa notificarti l’accertamento. Se i termini non sono scaduti e ancora rientri nei 7 anni,
  3. non provare a risolvere la situazione da solo, ma affidati a un professionista che saprà consigliarti nel modo giusto

Non è mai divertente rendersi conto di essere in una situazione del genere, ma il panico non farà che aumentare il tuo livello di stress e indurti a cercare soluzioni su Internet che potrebbero confonderti ancora di più. Anche questa guida, per quanto possa aver risposto alle tue domande (e ce lo auguriamo), non potrà certo sostituire un supporto personale mirato per il tuo caso specifico. Però speriamo che ti abbia dato la base per porre le giuste domande quando sarà il momento.

Domande frequenti

📝 Che cos’è il ravvedimento operoso?

Il ravvedimento operoso è un istituto giuridico che consente ai contribuenti di sanare errori e ritardi riguardanti il pagamento di imposte e tributi spettanti allo Stato.

🌍 Che succede se non si dichiarano i redditi prodotti all'estero?

Per i redditi prodotti all’estero vi è un aumento di ⅓ della sanzione minima applicabile.

⚖ Qual è la soglia di punibilità nel caso di una sanzione penale?

La soglia di punibilità parte da 50.000 euro evasi.

🏢 In quali altri casi si rischia la misura cautelare in carcere?

Nel caso in cui vi siano gravi indizi di colpevolezza, un rischio concreto di reiterazione del reato, il pericolo di fuga e il sospetto di un possibile inquinamento delle prove (sempre per i grandi evasori).

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